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Viaggio inedito

Violenza globale, mercato globale, povertà globale, comunicazione globale, ingiustizia globale hanno generato nell'homo metropolitanus, per bulimia di informazioni, un'indifferenza sempre più intensa verso il dolore e la sofferenza così come verso la percezione delle identità che appartengono a ciascun individuo. Impegnato a distruggere la sua natura multidimensionale a vantaggio della ricerca di una categoria semplicistica in cui trovare una collocazione certa, l'uomo perde quotidianamente il contatto col mondo esterno per chiudersi entro una comunità che possa rappresentare il prolungamento della sua individualità.
Chi non è prigioniero né di una civiltà né di un luogo, né di un'etnia vive cercando di superare le barriere della conoscenza locale e si spinge oltre. A osservare, incontrare, dialogare, raccontare, informare, trascinare, rendere complici.
Lo fa mettendo in campo la propria percezione della realtà, la sensibilità, l'audacia, il rispetto, la forza espressiva che, da sola, riesce a innescare un processo di conoscenza complesso che non uniforma l'uomo entro generiche categorie.
E così l'arte, della pittura, della fotografia, della parola torna, nell'era globale, ad occuparsi con forza di scottanti tematiche sociali: i diritti umani negati, la repressione di qualsiasi forma di libero pensiero, il grido d'allarme lanciato dall'ambiente….
E' attorno a queste tematiche che i percorsi artistici del maestro Giuseppe Lauria, del fotoreporter Fabrizio Sbrana e della giornalista e scrittrice Carmen Lasorella sono confluiti in un nuovo linguaggio. Da anni ciascuno di loro ha arricchito la propria conoscenza dell'altro sovrapponendo nuove esperienze, raccontando questo mondo e i suoi cambiamenti. Tanto repentini e tanto numerosi che impediscono alla mente umana un corretto metabolismo. Il segno pittorico, originale e creativo, lo scatto fotografico, fulmineo e unico, la parola incisiva e pungente, sono stati contaminati. E la contaminazione tra i diversi linguaggi artistici è, in queste opere, talmente profonda da sembrare congenita. Non c'è una linea di confine tra la fotografia e la pittura, tra questa o quella e la parola. Il linguaggio è rinnovato, è originale nella commistione di complessità e semplicità. E' universale.
Inutile spiegare in che maniera avvengano certi incontri, più interessante è sottolineare la forza creativa che si sprigiona dai quadri e sembra chiedere a chi guarda di abbandonare l'indifferenza.
Ha scritto il poeta Ogden Nash " Qualsiasi ragazzino a scuola può amare come un pazzo / Ma odiare, ragazzo mio, è un'arte"
E' l'arte dei sobillatori, dei terroristi, degli estremisti, di chi chiama alla rivolta, di chi induce e obbliga alla violenza in nome di un'identità superiore, è un'arte che non ci appartiene. (Nella De Angeli)



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