Photoreporter


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testo presentazione spiritual soul

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Spiritual Soul of Africa: la mostra, fotografie stampate su tela, costituisce una delle possibili sintesi dei tanti viaggi che il fotoreporter ha compiuto negli ultimi 25 anni nell'immenso continente africano. Attratto dai paesaggi sconfinati, dalla natura esplosiva e a volte incapace di trattenere la sua forza violenta, dai popoli con le loro straordinarie e sorprendenti civiltà, ma attento alle grandi problematiche che attanagliano l'Africa, egli ha restituito scatti privi di artifici tecnici e scenografici. E priva di artifici è anche la stampa delle fotografie, eseguita su tela di cotone grezza. Di fronte alla scelta di privilegiare l'esaltazione del colore utilizzando materiali lucidi o restituire, attraverso la tela, la naturalezza della terra d'Africa il fotografo ha percorso la seconda via. Il risultato è la percezione della semplicità.
"L'idea è quella di presentare l'Africa attraverso un viaggio che non è ovviamente un'avventura turistica, ma un viaggio fatto di piccoli passi, di osservazioni attente, di conversazioni alla ricerca dell'anima spirituale che pervade la terra d'Africa da nord a sud.
Un viaggio "aperto" che ho iniziato 25 anni fa e che non ha ancora finito di rispondere alle mille domande che ogni volta si presentano.
Ovviamente le fotografie ritraggono ciò che amo: i paesaggi sconfinati, la natura esplosiva e a volte incapace di trattenere la sua forza violenta e poi i popoli con le loro straordinarie e sorprendenti civiltà. Non c'è nessuna forzatura dettata da esigenze fotografiche, non ci sono artifici né tecnici né scenografici: lo scatto cerca di restituire un momento, di raccontare qualcosa, di insegnare che non così lontano vivono genti con abitudini, usanze e fedi che sono diverse dalle nostre. E mentre cerco di carpire il segreto di certa saggezza, mi trovo a fare i conti con una dignità e una resistenza, fisica e mentale, che sembrano non poter appartenere al genere umano e non hanno eguali se non in continenti antichi e sacri come l'India. Mentre mi sforzo di adattarmi ai ritmi di vita dettati dalla natura, corro indietro a cercare il momento in cui il dialogo con l'Africa si è interrotto.
Due brevi sezioni riguardano problemi di scottante attualità: lo sfruttamento delle risorse idriche e dei giacimenti minerari. La voce fuori campo che didascalizza la penultima sezione recita, infatti "che lettera scriveremo per testamento…"
E per concludere, posso dire che la ricerca è nella direzione di scoprire l'Africa che non esiste per dirla con Risard Kapuscinski "….A parte la denominazione geografica, l'Africa non esiste…" cioè le mille diverse afriche".

La mostra è stata presentata in molte città italiane e nel corso di varie iniziative.


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