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Australia: Cokatoo Island

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L'ISOLA DEI PAPPAGALLI BIANCHI
Situata nel Bucaneer Arcipelago, nella parte nord del Western Australia, questa piccola isola è l'ultimo vero paradiso per chi ama il relax lontano dalle solite mete turistiche.

Testo di Nella de Angeli

Quando il piccolo cessna lascia dietro di sé l'ultima immagine di una costa movimentata di insenature e penisole e comincia a sorvolare le isole che formano il Bucaneer arcipelago si capisce chiaramente perché tutte non possano avere un nome. Sono oltre un migliaio tra isole e scogli affioranti di fronte alla penisola di Dampier, nel Kimberley australiano. Quasi tutte disabitate e alcune acquistate da facoltosi possidenti che, per nostra fortuna, aprono l'isola a pochi intimi.
E' il caso di Cockatoo, l'isola dei pappagalli bianchi, un vero paradiso per chi vuole passare un periodo di relax lontano dalle consuete e affollate mete turistiche. Si trova nel lontano nord dell'Australia occidentale e fa parte della regione del Kimberley. Una tra le 1200 isole dell'arcipelago, costituisce il lato marino di una vasta regione che estendendosi per chilometri lungo la costa, si addentra nel vero outback australiano fino al confine col Northern Territory. Ultima frontiera degli appassionati dell'avventura.
Il centro per esplorare questo immenso territorio è Broome, una cittadina che deve da anni la sua fama alla raccolta e alla lavorazione delle perle, un'attività che continua ancor oggi benché la città abbia scoperto la sua vocazione turistica. Broome deve questo exploit alla sua spiaggia, Cable beach; chilometri e chilometri di sabbia color latte che, data la vastità, sono pressoché deserti. Non ci sono particolari restrizioni per accedere alla spiaggia e chi vuole può tranquillamente parcheggiare l'auto in riva al mare.
Per raggiungere Cockatoo Island in aereo si parte da Broome, da cui dista circa 200 chilometri, oppure da Derby, 130 chilometri. Da entrambe le cittadine parte anche l'escursione via mare. Naturalmente i 35 minuti di volo da Derby si trasformano in 9 ore di navigazione. Derby è anche il crocevia delle strade che tagliano la regione del Kimberley. A chi vuole dividere la vacanza tra la tranquillità di un vacanza sul mare e l'avventura nella sconfinata savana australiana, segnaliamo la Gibb River Road, la pista alternativa alla superstada che congiunge la cittadina a Kununurra, al confine col Northern Territory.

C'era una volta…

Torniamo alla nostra isola. Tra due anni chi scriverà di Cockatoo Island potrà esordire dicendo "c'era una volta una miniera di ferro ". E' con l'apertura di questa miniera, negli anni '30, che l'isola cominciò a essere popolata. Ma gli alti costi legati al trasporto dei macchinari sull'isola, all'escavazione e non da ultimo agli stessi minatori che vivono qui, non sono stati ripagati dalla produzione e ciò ha decretato lo smantellamento della miniera, che entro i prossimi 2 anni cesserà la sua attività. Era quasi ovvio che qualcuno mettesse gli occhi su questa isola, sulla sua posizione a un tiro dalla costa, sul suo valore naturalistico, sulle sue spiagge e poi sul villaggio dei lavoratori per trasformarlo in resort. E che Resort! Usare la maiuscola è d'obbligo. Quando ci si avvicina all'isola, dall'aereo si vedono i terrazzamenti della miniera, chiusi tra spiagge deserte e dolci insenature; il resto è un manto verde di rigogliosa vegetazione che non permette di vedere altro. Si atterra in un batter d'occhio sulla breve pista sabbiosa, e si raggiungono i cottage al resort, in tutto 19, con un fuoristrada. E' un continuo, ma piacevole, saliscendi tra la vegetazione dell'isola costituita in massima parte da bosco di eucalipti.

I cottage, eleganti palafitte in legno a strapiombo sul mare, sono accarezzati dal salmastro del Yampi Sound

I cottage del villaggio sono palafitte tutte in legno, tutte color rosa, costruite su un pendio a strapiombo sul mare a dominare le isole dell'arcipelago. Lussureggianti palme li avvolgono quasi per nasconderli a occhi indiscreti e soltanto i rumori degli uccelli e del mare li rendono pulsanti di vita. La piscina si insinua tra le rocce all'ombra di un palmeto e la vicina terrazza regala tramonti che soltanto la fantasia disneiana può riprodurre. Le grandi verande inondano queste enormi palafitte del salmastro del Yampi Sound, le acque dell'Oceano Indiano che si inoltrano nello stretto.
Il parquet, l'arredamento sobrio ma elegante, rigorosamente in legno e ferro, gli ambienti ampi e luminosi, rendono i cottage accoglienti e confortevoli. E se la noia della città e del lavoro quotidiano ha smorzato la verve, l'entusiasmo e lo stupore di fronte agli spettacoli della natura, qui non sarà difficile ricaricare le pile quasi esaurite. A parte godere della vista delle isole e del mare dalla piscina, dalla veranda del bar o dalla terrazza del ristorante, rilassarsi all'ombra delle palme, Cockatoo offre la possibilità di trascorrere le proprie vacanze senza annoiarsi.

Molto relax, ma qualche escursione sulle vicine isole non guasta

Sull'isola di Cockatoo ci sono sentieri per chi vuole fare trekking e occasioni di svago come la pesca o il nuoto in piscine naturali che le cascate hanno formato nel corso di millenni di attività erosiva. C'è anche una spiaggia per nudisti.
Non c'è la ressa sull'isola, non c'è bisogno di fissare lezioni con l'istruttore di surf o prenotare con largo anticipo il campo da tennis. Il surf non è compreso nelle "activities" previste sull'isola. E' sufficiente mettersi d'accordo col direttore del resort, e stabilire o cambiare il proprio programma giornaliero. Sull'isola le formalità non sono la regola per eccellenza e lo staff, tutto di giovanissimi, offre un servizio impeccabile. Una bella giornata di pesca non è da perdere, prima di tutto perché si costeggiano altre isole e spiagge e poi perché si possono avere interessanti incontri. Con l'aquila pescatrice che individua il barcone e lo segue per approfittare degli scarti del pesce ributtati in mare, con i simpatici delfini che guizzano nelle vicinanze, con i non molto amichevoli squali che ci lasciano a bocca asciutta. E se è vero che i più fortunati hanno l'esca d'oro a molti altri non rimane che tirare su una testa recisa alla perfezione dai denti di questi voraci cacciatori. Anche piccoli squali possono abboccare e, con la dovuta abilità nel liberarli dall'amo, devono essere rigettati in mare. Si può tornare indietro con la cesta piena di pesce fresco, nel qual caso verrà subito cucinato, o sperare che il cuoco abbia fatto provvista e tentare con più fortuna l'indomani.
Un'escursione a Silicon Beach su un'altra isola, Hidden Island, è da pretendere. Questa spiaggia è qualcosa di indescrivibile. La sabbia è borotalco, cioè polvere di talco morbidissima e bianchissima, mentre l'acqua del mare è trasparente; soltanto quando aumenta la profondità si può apprezzare lo straordinario e inconfondibile azzurro di questo mare perfettamente pulito. E' un paesaggio quasi irreale che si può contemplare muniti di buoni occhiali da sole. E' su questa spiaggia che sono state girate scene del film "The Beach" interpretato dal famoso Leonardo Di Caprio. Con la dovuta prudenza nel non allontanarsi troppo da riva si può godere di un fresco bagno.
Più rilassante è nuotare nella piscina naturale che le cascate di Crocodile creek hanno formato. La barca si addentra lentamente nel canyon per attraccare vicino agli scogli. Poi due passi a piedi ed ecco le cascate. Non eccezionalmente alte, anzi a dire il vero lo strapiombo è minimo, ma bellissimo il posto, delimitato da rocce rosse e da sparuta vegetazione. L'acqua è così limpida che viene voglia di berla. Qui c'è quello che noi abbiamo definito "un museo delle cose perdute". Non si esprime un desiderio mentre si butta la monetina nell'acqua, ma ciascuno può lasciare un oggetto che gli appartiene. Non dimenticate di personalizzare l'oggetto con il vostro nome, la data, e magari un pensiero per i lettori del giorno o dell'anno dopo. Quando si rientra al pomeriggio al Resort, si può raggiungere il lookout, il punto panoramico di Cockatoo e contemplare il tramonto del sole che scende tra le scogliere delle isole dell'arcipelago.

Paesaggi da mille e una notte, contrasti entusiasmanti, vero paradiso per i fotografi

Un'altra escursione interessante è a Cape Leveque nell'estremo lembo della penisola di Dampier. Si può dunque volare a Cockatoo Island da Broome, ci vuole circa 1 ora, proseguire a Cape Leveque e tornare a Broome percorrendo una entusiasmante pista, in gran parte sabbiosa, su un buon fuoristrada. Addio relax.
Il Capo è caratterizzato da una costa frastagliata dove alle rocce si alternano alte dune ombreggiate da palme secolari. L'unica sistemazione possibile a Cape Levque è il Kooljman resort che affitta piazzole da campeggio o vere e proprie suite tend situate nella parte più alta del Capo, sotto al faro. Quasi inutile dire che da qui la vista è straordinaria. La prenotazione con largo anticipo è d'obbligo.
La parte più spettacolare del capo è la zona che porta a Hunter creek, dove si trovano rocce sfaccettate che, al tramonto, i raggi del sole infuocano. E' uno spettacolo mozzafiato. Qui si danno appuntamento, senza volerlo, i fotografi intenti a cogliere le venature, le striature a riprodurre i colori, a fissare il mare che lentamente si ritira. Il fenomeno delle maree è presente lungo tutta la penisola e origina forti correnti che rendono praticabile l'attività subacquea in media ogni 15 giorni. Il dislivello prodotto dalle maree raggiunge anche i 12 metri.

Gli aborigeni

Una breve parentesi serve per informare che il Kooljaman Resort è una joint venture tra la comunità aborigina di One Arm Point e quella di Djarindjin contigua a Lombadina Mission, sulla via di ritorno verso Broome. In realtà fino agli anni '90 le tre comunità erano riunite in una; le cose sono cambiate quando si trattò di decidere il ruolo della chiesa nella vita della comunità: il disaccordo tra i capi ha portato alla divisione nei tre gruppi. Sui popoli aborigeni si leggono tante cose e forse è azzardato parlare nel nostro caso di completa integrazione tra i bianchi e gli indigeni. Dobbiamo coscientemente rilevare che molti aborigeni della penisola Dampier sono impegnati nel settore turistico e naturalistico, sono guide o sono ranger e collaborano o lavorano con i tour operator presenti. La tribù che riunisce i vari gruppi è quella dei Bardi che conta oggi da 600 a 800 persone. Fino agli anni '70 un gruppo Bardi abitava anche Sunday island, oggi disabitata. Quando il governo australiano si trovò a fare i conti sui costi per creare le infrastrutture necessarie alla popolazione, decise che era meno dispendioso far evacuare l'isola e costruire un villaggio sulla terraferma promettendo agli indigeni agevolazioni e servizi adeguati. Ciò che fu fatto a One Arm Poin. Per chiudere la parentesi si può precisare che il grande numero di aborigeni del Western vive nelle riserve integrali che si trovano lungo il confine col Northern territory: il discorso sarebbe troppo lungo.
Da Cape Leveque si raggiunge il villaggio aborigeno di Lombadina Mission che ha una spiaggia bianchissima più o meno estesa a seconda del livello della marea. Se questa lo consente e se si è accompagnati da una esperta guida, si possono ammirare sulla roccia le impronte di due uomini vissuti approssimativamente 7 milioni di anni fa. Al villaggio si può fare anche shopping acquistando qualche souvenir prodotto dagli aborigeni del posto. Non si risparmia.

L'avventura

Chi ha ancora una settimana di tempo da Broome può noleggiare un fuoristrada e percorrere la Gibb River Road, la pista che unisce la costa al lontano outback fino al confine col Northern Territory. E' necessario organizzarsi adeguatamente con cartine e informazioni che i centri turistici presenti a Broome e a Derby forniscono senza parsimonia. Questa è un'escursione all'insegna dell'avventura per visitare profondi canyon, sorgenti, cascate spettacolari e anche ammirare l'arte rupestre aborigena. Chissà se il Conte del Kimberley, da cui prese il nome la regione nel 1880, segretario di Stato inglese per le colonie, riuscì ad apprezzare tutto questo. n.d.a.



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